• I Fotolavori di Stephy

Un Blog un po' così

~ Diario semiserio per esorcizzare la quotidianità

Un Blog un po' così

Category Archives: MINIRACCONTI

SENZA RESTO

17 Tuesday Jan 2017

Posted by stephymafy in EMOZIONI, IO, MINIRACCONTI, racconti, RACCONTIBREVI, STORIELLE

≈ 5 Comments

Tags

IO, racconti, RACCONTI BREVI, senza resto

Franca e Carlo, vivono a Selfservice.
Amano la vita a monete da cinquanta, senza resto.          
Scelgono scadenze brevi, per non avere tempo da guastare.

Ogni tanto ricordano con tenerezza il loro primo incontro: Carlo si presentò a casa di Franca con tre rose in confezioni singole. Quando lei aprì la porta, gli parve più alto che nella foto del Trovapartner a gettoni.
Ci sperava. Si piacquero da subito.

Carlo raccoglie i punti al supermarket. Ne servivano quattordicimila per il viaggio premio di due giorni con itinerario alla consegna, ce l’ha fatta. Porterà Franca con sé nel fine settimana, la destinazione è una sorpresa per entrambi.
Ha selezionato il pieno di benzina alla pompa, ha scelto due succhi numero cinquanta in brick – ultimi a sinistra in terza fila – e una confezione da due tramezzini. 

Ora hanno appena passato il casello sulla Roma – L’Aquila. Pagobancomat.

Senza resto.

DIECI MINUTI 

06 Sunday Nov 2016

Posted by stephymafy in EMOZIONI, IO, MINIRACCONTI, racconti, RACCONTI BREVI, STORIELLE

≈ 24 Comments

Tags

dieci minuti, IO, RACCONTI BREVI, storie, storielle

Lei prende il treno ogni giorno.
Le piacciono i dettagli della vita, si specchia in galleria.
Lui ha superato l’età della ragione senza averne avuta mai.
Indenne al tempo, impermeabile alla pioggia e alle emozioni.
Lei ha borse grandi e siede nella seconda fila di posti da sinistra, in qualsiasi vagone.
Lui ha lo zaino in spalla e supera sempre la linea gialla, deve entrare per primo, la vita è una sfida.
Lei legge. Lei divora. Occhi fissi su quelle pagine, non c’è nessuno oltre lei.
Lui ha gli auricolari, ascolta canzoni che il mondo non capisce. E muove le gambe a ritmo.
Un colpo improvviso sul ginocchio la scuote.
“Scusa” farfuglia lui, occhi azzurri spalancati, terzo sedile dall’entrata.
“Ah…di niente” risponde lei, occhi nocciola sfuggenti, sorriso timido.
Lei richiude il libro. Scende a Termini.
Lui riaccende la musica. Ancora tre fermate.

SOFIA E ARTHUR

07 Saturday May 2016

Posted by stephymafy in AMORE, EMOZIONI, IO, MINIRACCONTI, PASSIONI, PENSIERI, RACCONTIBREVI, STORIELLE

≈ 2 Comments

Tags

EMOZIONI, IO, RACCONTIBREVI, ROMANTICO, SILENZIO, SOFIA E ARTHUR, storielle, VOCI

Sofia e Arthur udivano solamente le loro rispettive voci.
Se ne accorsero un giorno di maggio in cui, persi nel solito silezio di bocche che si muovevano in coreografiche danze, incrociarono per caso l’uno gli occhi dell’altra.
Si riconobbero immediatamente, si specchiarono, espressioni interrogative e fiato corto.

Fu Arthur per primo a sospirare.
Fu Sofia per prima ad ascoltare.

Seguirono vibrazioni e prese forma il suono.
La voce di lui aveva il sapore del miele nel latte caldo, ma solo un cucchiaino. Sofia amava più di tutto il gusto di quell’accenno di miele.
La voce di lei pareva il momento in cui il sole toccava il mare al tramonto. Arthur passava interi e muti tramonti a parlare col sole, ora quello rispondeva.

La sorpresa nei loro sguardi terminò nel momento in cui le loro mani si incontrarono per condursi lontano dal mondo ovattato.
Sofia e Arthur udirono solamente le loro rispettive voci.
E non fu più silenzio.

LE MINISTORIE # 20 – STORIA DI UN’OPERATRICE DI CALL CENTER E DEL FELICE GIORNO IN CUI SMISE DI ANDARE IN ANALISI

03 Thursday Mar 2016

Posted by stephymafy in DIALOGHI, IO, Ironico, MINIRACCONTI, Ministorie, RACCONTI BREVI

≈ 7 Comments

Tags

callcenter, IO, IRONICO, ministorie, psicologia

– Pronto?
– Buongiorno signora, sono Cinzia di Fastweb, la sto chiamando per aggiornarla sull….
– Ah si, mi dica pure, la ascolto.

(A volte la depressione è anche rassegnazione, ma può accadere che…)

Stephy

IN VETRINA

11 Friday Dec 2015

Posted by stephymafy in Auguri.., esperimenti, IO, MINIRACCONTI, racconti, RACCONTI BREVI, STORIELLE, SURREALTA'

≈ 9 Comments

Tags

ESPERIMENTI, IN VETRINA, IO, MILLEFOGLIE, MOSCA, PASTICCERIA, RACCONTINI

Io non ne posso più.
– Guardatemi!! Qualcuno apra questo cazzo di sportello!!
Sono qui…davvero…sono quella che si agita schizzando in diagonale come una forsennata!
Sono quella piccola e nera…e voi siete grossi e sordi, non avrei mai pensato.
Da ieri mattina vi vedo entrare e uscire, un via-vai di gente più o meno sveglia che si piazza qui davanti e osserva, osserva, osserva, chiede, sceglie, ci ripensa, di nuovo sceglie.
Io sono sempre qui dentro, ho appena cagato sulla crema pasticcera ma nessuno lo saprà mai.
Un giorno intero a mangiare le briciole rancide di questa millefoglie a due strati ormai cementati, a pulirmi sul piattino. Un giorno intero chiusa in questa gabbia di vetro, pure lontana dal ripiano dei cornetti, dimenticata tra i mignons e le liquirizie sfuse, quelle ammassate nel corso degli anni e mai sostituite, quelle imbalsamate tre livelli sotto ai nuovi arrivi.
– Qualcuno per favore guardi da questa parte!!
E pensare che quando mi vedete all’esterno, cercate sempre di mandarmi via…ora sono io che ve lo chiedo…sono qui!
Non dico che dobbiate optare per ‘sta maledetta millefoglie, ma almeno un occhio schifato su di me, posatelo.
Sto sbattendo contro il vetro da ore, ma la televisione perennemente accesa e il vostro vociare delirante vi distrae, lo so. Devo continuare però, è l’unica possibilità che ho di uscire da qui.
Sigillata, pure sigillata ‘sta teca, nemmeno una fessura!
– Ma ciao! Eccoti! Dai, avvicinati, guarda le liquirizie!
Tu, cappottino verde speranza, chiama tua madre, forza…
Eccola, la signora tutta anelli.
Brava, indicami inorridita…Eccomi!!!

Aria.


 

(Mi avevi chiesto di scriverla. È passato tanto tempo, tanti pensieri. Con te se ne sono andati un po’ anche il senso e la voglia di completare gli esperimenti divertenti e le piccole sfide con me stessa. Forse è ora di riprendere le redini di qualcosa.
Questa intanto è per te.)

 

 

CRONACHE DELL’ASSURDO #2 – IL PESO DELL’EGO

03 Thursday Dec 2015

Posted by stephymafy in esperimenti, Favole, IO, Ironico, MINIRACCONTI, racconti, RACCONTI BREVI, SURREALTÀ

≈ 12 Comments

Tags

ASSURDO, ego, egocentrismo, il peso dell'ego, IO, ironia, IRONICO, racconti, SURREALE

“Dal dizionario dell’esperienza comune riporto:  L’Ego è una specie di parassita che vive aggrappato alle nostre spalle e ha il compito di succhiarci pezzetti d’anima e cervello sostituendoli con trucioli.”
In genere è proporzionato alla propria figura, tranne alcuni casi in cui ha crescita rallentata o iperaccelerata. Il mio ad esempio credo si trovi nella regione lombosacrale ben ancorato a spessi strati di pelle perché debole e minuto, gli piace ogni tanto farmi il solletico per avvertirmi  della sua presenza.
Ci sono casi, dicevamo, in cui l’Ego è fuori misura.
Io l’ho conosciuto uno di questi casi, un tipo con l’ego più alto di lui.
No, non era eccessivamente sproporzionato, giusto qualche centimetro in più rispetto a lui, ma lo sfasamento era palese.
Lo incontrai in fila alla cassa di un supermercato, nel giorno delle promozioni settimanali, con un’attesa media di quindici minuti per pagare.
Vederlo era un curioso spettacolo. Osservai che nella sua postura elegante manteneva la schiena perfettamente eretta, segno di fierezza e sicurezza di sé, ma era ovvio dato il peso del suo parassita che oltretutto sporgeva dalle sue spalle innalzandosi più su della sua testa. Capii dunque che la schiena dritta era in realtà costretta in quella posizione dall’Ego che continuamente lo sbilanciava all’indietro.
Evidentemente il poverino tentava di curvarsi in avanti, ma non riusciva.
Avere un Ego pesante doveva costare fatica, possibile motivo del suo continuo sbuffare e scostare lo sguardo da chiunque.
A guardarlo, veniva da chiedersi a quale livello di trucioli fosse ormai la saturazione del suo cervello, quanti pezzi d’anima avessero lasciato il posto a quell’asettico materiale espanso senza forma propria.
Con la coda dell’occhio lo vidi pagare e allontanarsi verso l’uscita, con quell’ammasso pesante aggrappato a lui senza tregua.
Non nego che lo cercai una volta raggiunto il parcheggio, se non altro per la curiosità di vedere come riuscisse a guidare in quello stato, ma nulla. Non lo vidi.
Nessuno lo vide più per molto tempo.
In giro si dice che sia morto schiacciato.

CRONACHE DELL’ASSURDO – 1

27 Friday Nov 2015

Posted by stephymafy in Auguri.., CAZZEGGIO, Diario quotidiano, esperimenti, IO, Ironico, MINIRACCONTI, RACCONTI BREVI, SURREALTA'

≈ 11 Comments

Tags

AUTOSTALKING, CRONACHE, DELIRI, diario, IO, IRONICO, STALKING, SURREALTA', TRAFFICO

Ah, ricordo quella sera in cui, trascinata dal moderno logorio del post traffico e impadronitami egoisticamente del pc con annesso plaid e tisana,  pensai di stalkerare me stessa.
Stalkerare sé stessi non è impresa facile.
Prima di tutto ci si deve rintracciare, orientarsi tra profili social più o meno identitari richiede pazienza e spirito di abnegazione nonché di pronta rassegnazione nel caso non ci si trovasse.
Una volta trovati(ci) – perché alla fine siamo tutti rintracciabili e illudersi del contrario è filosoficamente pari ad una bolla di sapone – bisogna inviarsi una richiesta di amicizia motivandola con la propria ricerca interiore, e sperare di abboccare.
Quando ormai l’amicizia sarà stretta – perché non c’è nulla di più intrigante che conoscere la propria testa sperando di entrarci in confidenza  – si tenterà un approccio dapprima formale, per spingersi col passare del tempo al livello successivo: il leggero importunio.
Da lì è un percorso tutto in discesa, fatto di costanza e determinazione a scassarsi le palle ed insinuarsi nella propria vita.
Ora, io non so voi ma nessuno mi ha mai importunata così tanto come me stessa.
Ho tentato diversi tipi di autodifesa, dal tono garbato alla minaccia di denunciarmi, ma nulla, non mi sono intimorita e ho continuato allegramente a stalkerarmi.
Poi un giorno è finita.
Non mi sono più arrivati miei messaggi, non mi sono più insultata, non mi sono più invasa le giornate. Tutto finito.
Nuovamente inghiottita dal traffico del Raccordo, sono tornata libera.

SVOLTA A SINISTRA – QUASI ALLE SETTE

21 Saturday Nov 2015

Posted by stephymafy in Auguri.., CAZZEGGIO, Diario quotidiano, IO, Ironico, MINIRACCONTI, RACCONTI BREVI

≈ 6 Comments

Tags

IMMAGINAZIONE, IO, PIRATADELLASTRADA, POMERIGGIO, racconti, SVOLTA A SINISTRA

Piove.
Mi sembra di vederti in questo pomeriggio di pieno autunno sospirato da tanto.
Finisci di pranzare, una cosa veloce perché tua moglie ha il turno pomeridiano e non ha fatto in tempo a prepararti una cosa più elaborata del cordon bleu al forno. Pensi che sei sposato da poco ma ti avevano parlato di fasti nei primi mesi, di pancetta messa dove prima non c’era, di rilassatezza post-ormoni e pre-figli.
Pensi tutto questo, mentre fissi i cordon bleu e fingi composta soddisfazione.
Saluti tua moglie, le prometti una casa ordinata e tanta voglia di lei al ritorno, poi aspetti il rumore dell’ascensore per puntare al divano e prendervi fissa dimora pomeridiana.
Si fanno le sei, è ormai buio e decidi di riacquistare la smarrita dignità coniugale e fare almeno finta di aver sistemato casa, a stento riesci a trattenere le lacrime nel momento dell’abbandono, col divano memory che ti guarda e ti promette di mantenere calda la tua impronta sul cuscino.
Ora ti immagino mentre riempi il secchio per lavare i pavimenti e col mocho in mano ti accorgi improvvisamente che è finito il detersivo.
Eri in tuta, ma vuoi lo stesso cambiarti per scendere a comprare il detersivo. La tuta non si addice alla macchina nuova e tu credi di avere una certa reputazione da mantenere nel caso ti veda qualcuno, credi.
Finalmente esci di casa e speri di non trovare traffico, raggiungere il supermercato, comprare il detersivo e tornare a casa in tempo per pulire e magari cucinare qualcosa nel caso tua moglie intuisca la riordinata sommaria.
Eccoti, sei nei pressi del supermercato, è buio, cerchi parcheggio svoltando velocemente la curva già percorsa tre volte.
Eccoti, sei sempre lì, sono quasi le sette, stai per svoltare di nuovo la curva….piove…
….ci sono le strisce pedonali, è buio….
….PORCA MISERIA C’È QUALCUNO SULLE STRISCE!
Inchiodi di colpo….
.
….ED ERO IO, CARO SCONOSCIUTO DEFICIENTE!!!!!
ERO IO QUELLA CHE A MOMENTI STIRAVI IN ACCELERAZIONE, SENZA GUARDARE!!!!!! QUASI ALLE SETTE.

LE MINISTORIE # 9 – RACCONTO DELLA GIORNATA DI PASQUA IN FAMIGLIA, ALL’INSEGNA DEL RACCOGLIMENTO RELIGIOSO

05 Sunday Apr 2015

Posted by stephymafy in IO, Ironico, MINIRACCONTI, Ministorie

≈ 6 Comments

Tags

IO, IRONICO, ministorie

– Buona Pasqua, tesoro.
– Blurp!

(Tratto da una storia vera)
Stephy

UNA STRANA STORIA (PRIMA PARTE)

26 Thursday Mar 2015

Posted by stephymafy in Auguri.., esperimenti, IO, Ironico, MINIRACCONTI, RACCONTI BREVI, SURREALTA'

≈ 4 Comments

Tags

IO, IRONICO, RACCONTI BREVI, RACCONTO, SURREALE, UNA STRANA STORIA

Il giorno in cui non nacqui, era un lunedì di giugno e lo ricordo perché faceva caldo, che allora le mezze stagioni esistevano ancora ed era finita già la Primavera.
Capitavo dunque nel mese dei Gemelli e la cosa avrà sicuramente influito sulla vicenda tutta, perché si sa che noi Gemelli siamo strani e soprattutto non ci piacciono le cose semplici.
Del giorno in cui non nacqui ricordo l’ospedale e l’odore di disinfettante misto al sudore di mia madre che stava spingendo come una disperata da oltre cinque ore nella speranza di vedermi presto, e ricordo ogni tanto un camice blu che si intravedeva da quella luce intermittente.
Ad ogni spinta mi tiravo indietro, sentivo le incitazioni dell’ostetrica e le imprecazioni di mia madre ma continuavo ad aggrapparmi a qualsiasi appiglio utile potessi trovare, tanto dubito che nel dolore generale lei potesse accorgersene e in tutta sincerità ne approfittavo, un po’ come cantare a squarciagola quando il treno passa in galleria che così non ti sente nessuno.
Mi stavano quasi per lussare una spalla quando decisi di farmi sentire.
Che io mi fossi già staccato dal cordone materno non se ne era accorto nessuno, era dunque ora di svelare al mondo esterno i miei piani per il futuro, facendo quello che al momento mi parve più naturale possibile: piansi.
Ricordo all’improvviso l’urlo dell’ostetrica e una contrazione fortissima, diversa,  di mia madre che a ripensarci ora sicuramente fu istintiva paura. Poi fu silenzio e sgomento. Poi fu di nuovo pianto. Poi qualcuno cercò di afferrarmi e di nuovo piansi tirandomi indietro.
Avvertivo sconcerto e incredulità, mia madre singhiozzava e le contrazioni erano stranamente passate, era arrivato il momento di parlare.
Credo di aver imparato a parlare intorno al secondo mese, prima erano solo sillabe e piccoli versi, col passare dei giorni acquisivo una certa dimestichezza nell’ascolto di conversazioni e film, oltre che precisi gusti musicali che poi avrei sviluppato più in là.
Quella sceneggiata non poteva andare oltre: Ehi! Posso parlare col dottor Filippi?
Il dottor Filippi svenne, mia madre svenne, l’ostetrica balzò all’indietro spaventata, come esordio non c’era male. Continuai a chiamare qualcuno finché il dottore rinvenuto si accostò alle gambe spalancate di mia madre e chiese balbettando: c..c..chi c’è l..lì?
A pieni polmoni risposi: Chi vuole che ci sia, mi scusi? Sono Nicola, quello che dovrebbe nascere!
“Ma non è possibile!” rispose il dottor Filippi sempre più sconcertato ed impaurito.
Improvvisamente l’intera equipe medica del reparto maternità, arrivò in sala parto e io sono convinto che per mia madre non deve essere stato un bel momento, sdraiata lì ancora stremata dallo sforzo, a mostrare al mondo quello che nemmeno lei ancora realizzava.
Iniziarono tutti a chiedermi chi fossi, come facessi a parlare, come mi sentissi…risposi ad ogni domanda per soddisfare la loro curiosità, fino a quando sentii mia madre chiedermi “perché non vuoi uscire?”
Credo di essermi sentito in colpa per un attimo, ma ho risposto con onestà perché lo dovevo a questa donna che tanto aveva tribolato per arrivare a quel momento.
“Io ho paura, mamma”.
Mia madre cercò di tranquillizzarmi immediatamente, facendosi forza per convincermi che era normale avere paura ma che alla fine sarebbe stata la cosa più naturale del mondo e io mi sarei trovato benissimo con la mia famiglia.
Mi disse che mi voleva bene e che non vedeva l’ora di tenermi in braccio. Le risposi che questo fatto di tenermi in braccio faceva parte di tutta una serie di complicazioni che avrei voluto evitare , non volevo dipendere passivamente da qualcuno, essendo in grado di badare a me stesso già da qualche mese, ma stando a quanto sentivo dalla televisione e dai discorsi, il mondo non era pronto per uno come me. Tanto valeva evitare dispiaceri e restare esattamente dove ero.
“Mamma, possiamo comunque stare insieme, io da qui posso interagire con te, e con le nuove ecografie in 3D potrai vedermi quando vuoi.
Mia madre non sapeva cosa rispondermi e i medici si stavano già consultando per praticarle un cesareo e farmi nascere contro la mia volontà.
“Vi ho sentito. Dottor Filippi, non mi costringa a chiedere di fornirmi un avvocato per tutelare i miei diritti. Ho ascoltato tanti TG nazionali, lo sa bene che i giornalisti non vedrebbero l’ora di trattare questo come un caso mediatico, non sarebbe affatto producente per il suo ospedale essere accusato di violazione dei diritti umani, non crede?”
Il dottor Filippi sussurrò ai colleghi che forse avevo ragione, e che, si, avrebbero dovuto trovare una soluzione in qualche modo.
Mia madre nel frattempo le tentò tutte, ma io la pregai di lasciarmi dov’ero, al sicuro, e di amarmi ugualmente come io amavo lei.
Decise così di lasciarmi nella sua pancia e nel giro di due giorni fu dimessa.
Ovviamente quando dovette raccontare a mio padre tutta la storia, ci fu un altro svenimento con conseguente incredulità e costernazione, ma nemmeno lui riuscì a dissuadermi dalle mie convinzioni.
Era ufficiale, dunque: non sarei uscito da lì, quella era casa mia.

(Continua)

← Older posts

Meta

  • Register
  • Log in
  • Entries feed
  • Comments feed
  • WordPress.com

Recent Posts

  • ANCÒRA
  • PROMESSA DEL NUDO | I Fotolavori di Stephy
  • IL MASCHIO ALFA
  • POLAROID
  • ALLE DUE

Categories

  • AFORISMI
  • amici
  • amicizia
  • AMORE
  • ANNIVERSARIO
  • arte
  • articoli
  • Auguri..
  • Award
  • ballads
  • bambini
  • blog
  • BLOGGER
  • bloggers
  • CAOS
  • cartoni animati
  • CAZZATE
  • CAZZEGGIO
  • CINEMA
  • CONSIGLI
  • cose che ho imparato
  • costume
  • cronaca surreale
  • cultura
  • cuori da bar
  • decaloghi inutili
  • dedica
  • dediche
  • DIALOGHI
  • Dialogo
  • diario
  • Diario quotidiano
  • disegni
  • DYLAN DOG
  • ELEGIE
  • emozini
  • EMOZIONI
  • esperimenti
  • Favole
  • FIGLI
  • film
  • FILM CHE HO VISTO
  • FOTOGRAFIE
  • Fotolavori
  • FRASI
  • FUMETTI
  • GENITORI
  • giochi
  • Giochi di parole
  • GUERRA
  • INTERVISTE
  • IO
  • IO POESIA
  • Ironico
  • john doe
  • letteratura
  • libri
  • lornzo bartoli
  • MADRI E FIGLI
  • media
  • MINIPOESIE
  • MINIRACCONTI
  • Ministorie
  • MISTERI
  • moda
  • monumenti
  • MORTE
  • morti celebri
  • mostre
  • musica
  • natale
  • natura
  • ostia
  • Padri e figli
  • PASSIONE
  • PASSIONI
  • PENSIERI
  • PESIA
  • Poesia
  • POESIE
  • POLITICA
  • racconti
  • RACCONTI BREVI
  • RACCONTIBREVI
  • recensioni
  • registrazioni
  • RICORDI
  • RICORDO
  • RIFLESSIONI
  • rock
  • rodari
  • roma
  • scadente sartoria
  • scrittori
  • SCRITTURA
  • SILENZI
  • società
  • SOGNI
  • SONETTI
  • sonetti romaneschi
  • statistiche
  • STORIELLE
  • STORNELLI
  • stornelli romaneschi
  • SURREALTA'
  • SURREALTÀ
  • TEST
  • usica
  • Yhpets

Stephy

stephymafy

stephymafy

Impiegata per vivere...scrittrice per resistere...

View Full Profile →

Pages

  • I Fotolavori di Stephy

Cronologia

December 2019
M T W T F S S
« Jul    
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031  

AFORISMI amicizia AMORE articoli Auguri.. CAOS CINEMA cose che ho imparato cultura dediche Dialogo Diario quotidiano EMOZIONI Favole FILM CHE HO VISTO Fotolavori Giochi di parole IO Ironico media MINIPOESIE Ministorie musica PENSIERI Poesia POESIE RACCONTI BREVI RIFLESSIONI società SURREALTA'

Create a free website or blog at WordPress.com.

Privacy & Cookies: This site uses cookies. By continuing to use this website, you agree to their use.
To find out more, including how to control cookies, see here: Our Cookie Policy