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Come preannunciato da mesi, e mentre il resto del mondo pensa a metodi alternativi di smaltimento rifiuti, o addirittura a ridurre i rifiuti, anche in questo municipio di Roma è finalmente iniziata la raccolta differenziata a cinque frazioni. Sempre sul pezzo, noi.
Come i media ci stanno mostrando in questi giorni (ma non è davvero roba recente), qui a Roma a forza di scavare stanno venendo alla luce reperti mafiosi che nemmeno San Pietro…e sempre di Cupola si tratta, eh. Questo continuo scempio di tanta “Grande Bellezza”, rischia però di far passare inosservata la magnificenza di un’ innovazione urbana come quella cui accennavo all’inizio di questo post, che meriterebbe un riconoscimento a livello planetario in almeno due categorie: Avanguardia e Semplicità.
Approfondiamo. Una fitta rete di mistero avvolge i nostri bidoni della spazzatura, che almeno sotto casa mia sono rimasti gli stessi dell’era pre-rivoluzione , e quasi ogni mattina vedo gente in contemplazione davanti ai cassonetti. Persone dubbiose, timorose, che si guardano intorno sperando di ricevere un aiuto da qualcuno o un segnale di rassicurazione, con almeno un paio di sacchi in mano e tanta confusione in testa. Qualche giorno fa mi è parso di vedere un tizio che in preda al panico ha lanciato i sacchi in mezzo alla strada urlando “malimortaccivostra!!!” ed è scappato via….ma non ne sono sicura.
La raccolta rifiuti sembra ormai essere diventato l’argomento di conversazione alternativo al meteo e alla cronaca da bar e ognuno dice la propria in merito, cercando di dipanare la matassa di ‘ste benedette cinque frazioni, compito che avrebbe dovuto assolvere il MANUALE distribuito dal Comune, questo qui, la Guida per famiglie che sembra stilata da qualche nostalgico dell’Istituto Luce appassionato di fisica quantistica.
Se ne parlava da tempo, di questo famigerato manuale, che coraggiosamente qualcuno ha ribattezzato “opuscolo”, se ne temeva l’arrivo, ma è piombato nelle nostre case insieme all’altrettanto temuto KIT RACCOLTA, composto da tre sacchi, un cestino forato e tante buste biodegradabili, ponendo le nostre limitate menti di fronte ad atroci dubbi e sensi di colpa.
La prima cosa che molti hanno capito, è stata la tipologia rifiuto del manuale.
Ora, è ben evidente l’ironia di questo mio post, ma vi invito a considerare il disagio vissuto da chi esce di casa dopo una sessione d’esame in divisione rifiuti, e scopre che le nozioni acquisite non corrispondono ai cassonetti realmente presenti. Si, perché sotto casa mia manca la campana per la raccolta del vetro e non so se mai arriverà. Come se non bastasse, inoltre, il secchione dell’organico è l’unico ad essere svuotato costantemente e se non mi leggerete più, sarà perché sono stata sommersa dalla carta. La cosa farebbe reagire chiunque, lo so, ma se voi vedeste i canyons che ogni giorno mi trovo a dover pericolosamente oltrepassare per camminare sui marciapiedi, vi fareste una risata piena di rassegnazione ripetendovi che più importante di una bottiglia gettata nel contenitore sbagliato, è riuscire a non slogarvi le caviglie ad ogni metro di camminata….e andreste avanti così.
Ma la mia città è così: bellissima, bruttissima e piena di storia…. che ormai stiamo ripercorrendo al contrario.
(E comunque un ultimo pensiero va a Thomas Milian, che oggi avrebbe avuto seri problemi a chiamarsi “Er Monnezza”….sembra facile.)Stephy