Oggi pomeriggio ho fatto una cosa di cui vado fiera, ma che ancora fatico ad accettare.
“Ho salvato la vita ad uno scarafaggio.”
Non ricordo bene, ma credo di aver dedicato un post alla mia INSETTOFOBIA, perché è un argomento che seppure non desti particolare interesse, né risulti utile socialmente, mi tocca particolarmente viste le varie esperienze da trauma insettofobo avute negli anni.
Oggi dunque, stavo rientrando a casa quando all’improvviso ho visto per terra un piccolo scarafaggio (tipo blatta) che in preda al panico agitava le zampette in aria, sdraiato sul dorso.
Ecco…se c’è una cosa che sopporto ancor meno degli insetti simili, è il panico degli stessi, perché nella tua vita precedente caro insetto, devi aver fatto parecchie cose non belle visto che il karma ti ha condannato a morte certa non appena tu fossi finito a pancia all’aria.
C’è però da dire che la mia sensibilità mi fa sentire male anche alla vista di una miniblatta che cerca disperatamente di rigirarsi per tornare nella posizione iniziale, e ho dovuto per forza agire.
In genere la mia reazione davanti a questi “animalucci” è di immobilità estrema, tipo tattica della finta morte per evitare l’attacco nemico, e spesso non riesco nemmeno a muovere un braccio per prendere la scopa e mandarli via, aspettando di conseguenza l’arrivo di qualcuno più temerario di me.
Ma oggi non potevo….ero sola.
Così, armata di coraggio ho allungato un piede per cercare di rigirare quell’esagitato, tremando quasi al pensiero che magari potesse arrampicarsi sulla mia scarpa.
All’inizio sono solo riuscita a spostarlo più in là, ma dopo altri due timidi tentativi ci sono riuscita, e il piccolo appena in piedi subito ha iniziato a corrermi incontro, dunque mi sono diretta veloce verso l’ascensore di casa, e ho premuto il tasto….via!!
Ora, caro scarafaggino, quando crescerai ricordati di me, e vedi di non venirmi MAI a trovare!